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Colloquio di lavoro: come prepararsi e lasciare il segno!

(Se hai poco tempo qui trovi la versione audio)

Caro lettore,

se stai cerando una scorciatoia facile per avere delle risposte scontate da dare ad un potenziale datore di lavoro, questo articolo NON fa per te.

Se sei alla ricerca delle domande più comuni e usate nei colloqui di lavoro, questo articolo NON fa per te.

Se sei un Responsabile alle prese con i primi colloqui e cerchi le domande più banali e stravaganti da porre che poi però non sai interpretare, questo articolo NON fa per te.

Chiarito ciò che NON troverai in questo articolo, ora possiamo partire.

In tutti questi anni di lavoro nel settore delle risorse umane, l’aspetto della selezione è stato il mio primo “odi et amo”: da una parte decine di migliaia di CV da visionare e persone da contattare, dall’altra la soddisfazione di trovare le persone giuste per la posizione giusta che avevo da offrire. Ma passare dal punto A al punto B è ben riassunto dalla seguente vignetta

Percorso da A a B: aspettativa lineare vs realtà caotica e ricca di imprevisti

Vi posso assicurare che arrivare al punto B applicando ciò che vi racconterò regale immense soddisfazioni sia all’azienda che al nuovo assunto. Partiamo!

Come nasce un colloquio di lavoro?

La risposta banale a questa domanda è o una sostituzione da dimissioni/pensionamento oppure l’azienda ha bisogno di aumentare l’organico per far fronte ad un aumento di lavoro (sia in termini di carico, che di nuove strategie da dover implementare).

La semplificazione è calzante ma a questo si devono aggiungere alcuni fattori: la velocità con cui si necessita della persona, la chiarezza con cui si è identificato il tipo di profilo che si ricerca, che profili offre il mercato del lavoro, eventi e dinamiche che potrebbero intervenire in azienda mentre la selezione è attiva (ebbene sì, le aziende non sono strutture statiche ma in un mondo B.A.N.I. gli imprevisti e le novità sono all’ordine del giorno).

Ti potresti chiedere “Sì, ma io che sto cercando lavoro perché dovrei interessarmi a tutto questo?”

Quando decidi di indossare un fantastico completo di lino bianco ma fuori grandina e diluvia, potresti avere qualche ripensamento? Ecco il concetto è proprio questo, bisogna capire il contesto con cui viene affrontata una selezione per uscirne vincenti.

Bisogna pensare al colloquio di lavoro come ad una qualsiasi conversazione: uno scambio di informazioni volto ad un obiettivo. In questo caso abbiamo:

  1. Da un lato il datore di lavoro che ha bisogno di te per raggiungere determinati obiettivi di business;
  2. Dall’altro lato ci sei tu che hai bisogno di un lavoro per mantenerti ma anche per sviluppare la tua carriera investendo in un impiego che valorizzi le tue capacità e non diventi una prigione 9 – 18 dal lunedì al venerdì.

E quindi come si fa? È tutta una questione di teoria dei giochi.

Il compromesso WIN - WIN

Se hai avuto una qualche minima esposizione alle tematiche economiche sarai sicuramente incappato nelle teorie dei giochi e come il compromesso WIN – WIN permetta di trovare una soluzione vincente per entrambi i giocatori a patto che entrambi accettino delle piccole rinunce.

Il processo di selezione è esattamente la stessa cosa: l’azienda descrive l’unicorno che vorrebbe assumere in un accattivante annuncio di lavoro, e tu cerchi di vendere te stesso con un CV magicamente costruito per esaltare i tuoi successi.

Alla fine però, l’azienda raramente trova l’unicorno che cercava, e a colloquio il CV pompato viene sgonfiato facilmente da qualche domanda mirata o una risposta inconcludente (a proposito se non sai da che parte farti per scrivere un CV, ne parlo in questo articolo).

Ciò che avviene è:

  • Per l’azienda: una volta iniziata la selezione, si capisce quali profili stanno rispondendo e si bilanciano pro e contro per selezionare i candidati che porteranno maggiore valore;
  • Per il candidato: appurato che non troverà nessuna azienda disposta a pagarlo 10k/mese per essere in vacanza 12 mesi l’anno, inizierà a sondare le diverse offerte di lavoro e a fare i primi colloqui misurando l’offerta, la posizione, le possibilità di crescita, l’ambiente di lavoro, il bilanciamento con la propria vita privata.

Fatta tutta questa premessa, come affrontiamo al meglio il nostro colloquio di lavoro? Preparando questi 4 semplici step.

1 Studiare l'Azienda

Il colloquio di lavoro non è un monologo unidirezionale come avveniva nelle tediose interrogazioni di filosofia (Prof. eccezionale nulla da dire ma al quanto esigente 😉), bensì è un’opportunità di vedere concretamente il posto in cui potresti lavorare e i tuoi futuri capi e colleghi. È come prendere un gelato in gelateria dove puoi assaggiare il gusto prima di metterlo nel cono, invece che comprare una vaschetta preconfezionata al supermercato.

Per non farci sfuggire questa occasione, è importante quindi studiare l’azienda prima del colloquio soprattutto per gli aspetti che per noi sono importanti. Come farlo? Grazie al cielo siamo nel 2024 ed esiste internet: dai libero sfogo alle tue doti di stalkeraggio analizzando

  • Sito web aziendale
  • Pagina Linkedin
  • Profili social
  • Pagine Linkedin delle persone che incontrerai a colloquio
  • Ricerca di articoli/riviste che parlano dell’azienda
  • Informazioni sulla solidità aziendale

2 Studiare l'Offerta di Lavoro

Ebbene non devi essere preparato solo al contesto con cui stai per entrare in contratto, ma devi ricordarti a memoria ciò che è scritto nell’annuncio di lavoro.

Scherzi a parte, è importante analizzare cosa stanno cercando per capire:

  1. se NON hai capito cosa stanno cercando, in questo caso puoi fare qualche ricerca correlata con altri annunci o di job description per approfondire e farti trovare preparato sui trend di mercato;
  2. se hai capito cosa stanno cercando, in questo caso puoi fare qualche ricerca correlata con altri annunci o di job description per approfondire e farti trovare preparato sui trend di mercato;
  3. quali competenze hai già e puoi apportare come valore aggiunto con le esperienze che hai maturato;
  4. evidenziare aspetti forti di te che possono colmare lacune tecniche, perché complementari al successo di un team
  5. analizzare potenziali sviluppi di carriera e sondare in fase di colloquio che prospettive potrebbero esserci.

3 Parlami di Te

Questa e la prossima sono due domande fondamentali per cui si DEVE essere SEMPRE preparati e che possono ribaltare la situazione facilissimamente a tuo favore o a tuo sfavore. Avere un’idea chiara di come rispondere (e non un discorso a pappagallo) ti aiuterà a portare a tuo favore il colloquio.

“Mi parli di lei” questa è la domanda che più ho odiato quando ero agli inizi della mia carriera, pensavo “è una domanda troppo vaga, cosa posso rispondere? Perché poi vogliono farsi gli affari miei? Non possono chiedermi direttamente quello che vogliono sapere?” Come mi sbagliavo!

La domanda di apertura che si fa a colloquio, oltre che essere un rompi ghiaccio, serve a dare al candidato la possibilità di guidare l’intervista anche per le domande successive.

L’intento infatti è quello di ripercorrere brevemente la propria carriera e le proprie scelte professionali, soffermandosi sui punti salienti e sui risultati raggiunti, passando per le motivazioni che ci hanno guidato e spinto fino a lì. Il tutto condito da forte desiderio di dimostrare chi siamo in questa nuova sfida e desiderio di comprendere meglio cosa stanno cercando.

Facile? Assolutamente no, dovete comunque esprimere voi stessi, essere attinenti alla selezione che si sta facendo (non vogliono sicuramente ascoltarvi mentre raccontate che siete lì perché in realtà non vi hanno preso al colloquio di ABC Pizza) ed essere professionali.

Il tutto seguendo 3 linee guida importanti:

  • parlare per massimo 5 minuti: a nessuno piace ascoltare monologhi infiniti sulla vita degli altri, salvo non si tratti di un racconto divertente. È importante essere concisi, per dare spazio anche a domande pertinenti rispetto al racconto e ai punti salienti che avete appena raccontato. Il trucco infatti e guidarli nelle domande successive che potrebbero porvi;
  • Esporre esempi concreti e non supercazzole copiate e incollate da ChatGPT. È importante avvalorare le competenze apprese e scritte sul CV con casi reali di quando e come le avete implementate;
  • Voi assumereste mai un idraulico che non sa fare il suo lavoro? O un imbianchino che ci mette 10 anni per tinteggiare una camera di 7 mq? Direi proprio di no. Nella presentazione quindi dovete dimostrare cosa sapete fare, che volete fare quel lavoro, e quanto tempo ci metterete a raggiungere i risultati che chiedono.

4 Hai delle Domande?

Ed infine la seconda domanda più importante che dovete prepararvi.

Attenzione, non è detto che in tutti i colloqui vi venga chiesto se avete delle domande da fare ma chiedere è metà di avere. Potete sempre, infatti, approcciare la chiusura dell’incontro domandando “vi ringrazio molto per il tempo che mi avete dedicato, sa ho potuto intuire che … / ho visto sul sito l’informazione che… / nella mia precedente esperienza abbiamo approcciato … voi cosa ne pensate?” e così potrebbe intavolarsi una conversazione finale di Q&A con cui dovete portarvi a casa le informazioni chiave che vi permetteranno di capire se l’azienda e la posizione fanno al caso vostro.

Se avete seguito i punti precedenti, vi renderete conto che già con la ricerca e la preparazione alcune domande saranno affiorate nella vostra mente. Appuntatele e portatele a colloquio con voi.

Personalmente suggerisco di inserire anche delle domande che vi permettano di capire l’approccio aziendale o del vostro capo alla gestione del team, che livello di autonomia si aspettano da voi e quali saranno le difficoltà maggiori da affrontare.

Se poi avete avuto delle esperienze spiacevoli nei luoghi di lavoro precedenti e non volete ripeterle, potete studiare delle domande che vi facciano capire il loro approccio al tema. Ad esempio, se vi è capitato di avere un conflitto con un collega ed esservi poi ritrovati emarginati dal gruppo potreste fare delle domande relative al team working, allo scambio di idee e informazioni e alla loro gestione.

Microfono vuoto che affaccia su un teatro che si sta riempiendo Foto di Joao Cruz su Unsplash

Conclusioni

Dopo aver visto i punti salienti di come affrontare al meglio un colloquio di lavoro non mi resta che augurarvi buona fortuna!

Prima di andare due ultime chicche bonus:

  • Ricordatevi di essere sempre voi stessi, perché se vi vendete per ciò che non siete i nodi verranno al pettine.
  • Inoltre diffidate da quelle aziende che non vi presentano le sfide del ruolo e le difficoltà nel raggiungere gli obiettivi che hanno in mente: essere ambiziosi è sfidante, riconoscerlo e comunicarlo permette di instaurare una relazione sana e di confronto.

Le informazioni da elaborare sono molte, quindi prendetevi pure il tempo necessario per approfondire e se avete ulteriori domande non esitate a rispondere in un commento o contattarmi direttamente qui.

Ci rileggiamo presto!

Eleonora

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